Arco di Constantino - Roma
Arco di Costantino

Breve storia

Costantino il grande è conosciuto come il primo imperatore cristiano dell’Impero Romano. Egli disse di dovere la sua vittoria sull’imperatore Massenzio al Dio dei Cristiani. Fu questa una battaglia importante nella storia romana, immortalata in questo bellissimo documento.

Periodo Imperiale (27 a.C. - 476 d.C.)

L’Arco di Costantino fu innalzato sull’antica via Triumphalis, la strada percorsa dai cortei dei trionfatori diretti al Campidoglio, per celebrare la battaglia presso Ponte Milvio del 312 d.C., quando l’imperatore vinse il rivale Massenzio, il quale perse la vita.

La costruzione terminò tre anni dopo e venne inaugurata nel decimo anniversario dell’ascesa al trono di Costantino, il 25 luglio del 315. L’opera non venne mai abbattuta, soprattutto in quanto l’imperatore fu il primo ad essere favorevole alla religione cristiana e questo fu una garanzia per la sopravvivenza del monumento.

L’Arco fu voluto dal Senato che lo dedicò all’imperatore per onorare il “liberatore della città e portatore di pace”. In parte per ingraziarselo, come del resto veniva fatto con ogni imperatore, in parte perché fu effettivamente un valente condottiero capace di difendere l’impero.

Le facciate del monumento vennero adornate da rilievi ripresi da altri monumenti onorari creati per imperatori precedenti, pratica nota come “spoglio”. L’obiettivo era quello di porre l’accento sul fatto che la Roma di Costantino prendesse vita basandosi sulle più gloriose tradizioni. Infatti sull’Arco di Costantino sono citati gli imperatori che più di tutti contribuirono alla grandezza dell’Impero Romano e che egli voleva emulare: Traiano, Adriano e Marco Aurelio.

Si suppone infatti che il monumento fosse costruito all’epoca di Adriano e successivamente pesantemente rimaneggiato in epoca costantiniana, con lo spostamento in fuori delle colonne, il rifacimento dell’intero attico, l’inserimento del fregio traianeo sulle pareti interne del fornice centrale, i rilievi e decorazioni di epoca costantiniana; modificando dei blocchi già inseriti nella muratura, o inserendo nuovi elementi lavorati. Sarebbero invece originali i Tondi Adrianei.

Ad ogni modo, svariate informazioni che abbiamo sull’arco derivano dalla controversa iscrizione di dedica, ripetuta su ciascuna facciata principale dell’attico, che ha sicuramente causato perplessità sotto differenti punti di vista, in merito soprattutto al tema religioso.

Possiamo comunque affermare che all’epoca Costantino manteneva una certa equidistanza tra le religioni, per ragioni di interesse politico. Tra i rilievi dell’arco sono infatti presenti anche scene di sacrificio a divinità pagane nei passaggi laterali e sulle chiavi dell’arco.

Epoca medievale (476 - 1492)

Nella parte superiore dell’arco vi sono delle statue, quattro nella parte nord e quattro nella parte sud. Queste rappresentavano i prigionieri dalla Dacia, che appartenevano originariamente al Foro Traiano. A causa di queste statue, l’arco veniva chiamato Arco dei Trasi nel periodo Medievale.

In questo periodo, correnti artistiche distinte si fusero, e ciò è riflesso nei rilievi dell’arco. Gli elementi più antichi si basano su di un concetto Greco-Romano dell’arte, i cui elementi fondamentali erano l’unità di tempo, spazio e movimento.

Gli elementi del periodo Costantiniano invece, non riportano queste caratteristiche. La distanza tra figure è minima e gli elementi sembrano essere tutti stipati insieme. Inoltre, le figure sono meno realistiche, vista l’importanza data al messaggio simbolico della composizione.

A lungo gli storici dell’arte hanno assunto posizioni opposte a riguardo, spesso critiche nei confronti dei fregi costantiniani, vedendo in essi il germe di una “decadenza della forma“, ossia del brutale irrompere delle tendenze anticlassiche nell’arte “ufficiale” che porterà di lì a breve l’emergere di ciò che venne chiamata “arte medievale”.

Rinascimento (1492 - 1789)

Come menzionato poco fa, secondi i critici, l’arte di questo periodo sembrava enfatizzare una narrativa più popolare e plebea, in contrasto con i dettagli aggraziati e le complesse espressioni di spazio dello stile classico. Studiosi come Berenson e Ghiberti, scultori e critici, vedevano nell’Arco la fine dell’arte classica.

Prima che il giudizio degli esperti fosse così critico, i più eminenti architetti del Quattrocento, dallo stesso Brunelleschi ad Alberti, vollero apprezzare e misurare con precisione l’Arco di Costantino.

Gli studi si protrassero per buona parte del secolo, sino a quando all’Arco venne offerto infine un ruolo da protagonista nella cappella Sistina. Qui, sotto il coronamento d’un limpido e azzurro cielo stellato, l’arco di Costantino venne elevato a maestoso scenario degli affreschi di Botticelli.

Nel 1530, Lorenzino de' Medici venne cacciato da Roma per aver tagliato per divertimento le teste sui rilievi dell’arco, che vennero in parte reintegrate nel XVIII secolo.

Età contemporanea (1789 - attualità)

L’Arco di Costantino, come accennato, è perfettamente conservato grazie al suo profondo legame con la cristianità. Gli abitanti di Roma, sin dal momento in cui i primi monumenti antichi furono distrutti e riutilizzati, rispettarono il monumento come simbolo e memoria dell’imperatore che aveva dato dignità storica alla religione cristiana.

Infatti, l’opera non rappresentava solo un trionfo militare (quello di Costantino su Massenzio), ma una vittoria religiosa (quella della cristianità sul paganesimo).

Così, mentre i monumenti della Roma antica, basti pensare al Colosseo o al Foro Romano, venivano compromessi dalle spoliazioni e dagli eventi, l’Arco di Costantino restò in piedi e intatto.

Da ricordare che nel 1960, durante i Giochi della XVII Olimpiade di Roma, l’Arco di Costantino fu lo spettacolare traguardo della leggendaria maratona vinta a piedi scalzi dall’etiope Abebe Bikila.

Questo monumento onorario di grandi dimensioni, colpisce per la sua imponenza ed il suo fascino soprattutto di notte quando viene illuminato, comunicando a chi osserva la maestosità dell’antico potere romano. All’inizio del XXI secolo, l’arco vide un’estesa pulizia che lo riportò al suo iniziale splendore.

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Introduzione
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