Curiosità
Curiosità
Sapevate che Piazza Navona veniva trasformata in un lago tutti i Sabati e Domeniche di Agosto? E che la piazza ci racconta ancora oggi della rivalità tra il Bernini e il Borromini? Scopri più curiosità riguardo questo luogo oggi conosciuto in tutto il mondo.
Chi erano i Pamphilj?
Considerata la predominanza di questa famiglia nella storia di Piazza Navona e dei suoi monumenti, ci sembra opportuno approfondire maggiormente l’origine e il ruolo di questa potente casata.
I Pamphilj erano di antica origine umbra e si stabilirono a Roma verso la fine del XIV secolo, i suoi membri furono al servizio di diversi pontefici. Intorno alla metà del XV secolo Antonio Pamphilj fu procuratore fiscale del papa e accumulò una grossa fortuna, acquistando case ed immobili a ridosso di Piazza Navona.
Da quel momento ebbe inizio la scalata sociale dei Pamphilj, che entrarono a far parte delle grandi famiglie nobili di Roma e nel secolo successivo riuscirono ad ottenere la berretta cardinalizia per Girolamo (1610).
Fu però il secondo cardinale di famiglia, Giovanni Battista, che nel 1644 fu eletto papa col nome di Innocenzo X, a creare la definitiva fortuna della casata. Durante il suo pontificato (1644-1655) i Pamphilj ottennero favori e potere, diventando una delle famiglie più ricche e potenti della città.
Il fratello del papa, Pamphilio, trasformò le case di Piazza Navona nell’uniforme Palazzo Pamphilj, mentre il pontefice, d’altro canto, diede l’avvio alla monumentalità dell’antica e popolare Piazza Navona stessa, che, come abbiamo visto nelle sezioni precedenti, venne realizzata dal Bernini (Fontana dei fiumi) e dal Borromini (S.Agnese in Agone).
La vedova di Pamphilio, Olimpia Maidalchini, divenne la dama più potente di Roma e regnò come una regina. Ambasciatori, ecclesiastici, artisti, commercianti e politici, e qualunque altro personaggio importante, le diedero dei ricchi regali per entrare nelle sue grazie ed essere presentati al papa. La sua corte nel palazzo di Piazza Navona gareggiò in sfarzo con quella del cognato, il Papa.
La Storia di Sant’Agnese
Come accennato nella sezione descrittiva di questo articolo, La Chiesa di Sant’Agnese in Agone di Piazza Navona, fu fondata, secondo la leggenda, sul luogo in cui fu martirizzata la tredicenne Agnese nell’anno 304 d. C., in seguito ad un destino drammatico.
Questa giovane sfortunata era la figlia di una famiglia dell’aristocrazia romana, convertita al Cristianesimo, colpevole di aver rifiutato il figlio del prefetto di Roma, Sinfronio, e quindi in seguito denunciata come cristiana.
Si narra che la minorenne venne denudata dai clienti del postribolo che avevano intenzione di stuprarla. Pare che i suoi capelli però, proprio in quel momento si sciolsero miracolosamente e scesero fino a coprirle il corpo quasi interamente, come a proteggerlo.
Nessuno dei presenti osò violare la sua verginità, dopo che l’unica persona che ci provò cadde fulminata ai suoi piedi. Poiché andarono a vuoto tutti i tentativi di farla morire bruciata, alla fine fu pugnalata a morte ed infine sgozzata.
Da quel momento la Chiesa la riconobbe tra i suoi martiri. Per conservare la memoria del suddetto miracolo e della martirizzazione di quella giovane cristiana, nel medesimo luogo fu ricostruita una nuova chiesa, sopra le fondazioni di una basilica paleocristiana sorta prima nel VIII secolo, ricostruita nel XII secolo per volere di Callisto II e riedificata successivamente fino a giungere a noi con il nome di Chiesa di Sant’Agnese in Agone.
Le Statue Parlanti
In origine sei, situate in diversi luoghi di Roma, le famose statue parlanti sono conosciute dal XVI secolo, come il mezzo attraverso cui i romani esprimevano il loro atteggiamento irriverente nei confronti del potere e delle sue più ambigue ostentazioni.
Il popolo romano cominciò ad appendere cartelli con scritte contro la corruzione e l’arroganza al collo di queste sculture. Molti papi tentarono di fermare questa tradizione spostando le statue e facendole vigilare giorno e notte - ma invano.
I messaggi che esprimevano malcontento certamente non appartenevano alla classe operaia di Roma, che al tempo era in gran parte analfabeta. Dunque doveva trattarsi di studiosi, intellettuali, o membri delle nobili famiglie Romane, opposite alla gerarchia papale.
Le sei statue presero il nome delle strade in cui vennero ritrovate. Sono quindi: Pasquino a Piazza di Pasquino, Marforio nel cortile del Museo Capitolino, Madama Lucrezia a Piazza di San Marco, l*’Abate Luigi* a Piazza Vidoni, il Facchino in via Lata, il Babuino a Via del Babuino.
La Statua del Pasquino
Il Pasquino è attualmente l’unica statua superstite, datata al III secolo, nel periodo Ellenistico. Il nome e l’origine della statua rimangono un mistero. Vi sono diverse teorie al riguardo. Per esempio ve ne è una secondo cui Pasquino fosse un noto barbiere, sarto o calzolaio (noto per i suoi versi satirici) del rione dove la statua venne ritrovata. Secondo altri si tratterebbe di un ristoratore della Piazza di Parione (ora Piazza di Pasquino).
Altre versioni parlano di un docente di grammatica latina, i cui studenti, dopo aver notato alcune similitudini con la statua, avrebbero iniziato a burlarsene, appendendo messaggi al collo della statua. Ad ogni modo la statua dà il nome ai manifesti brutalmente satirici nei confronti del potere ed i suoi rappresentanti, chiamati Pasquinate.
La scultura venne rinvenuta nel 1501 in seguito a degli scavi. Il volto era danneggiato e non aveva più braccia o gambe. Difficile dire cosa rappresentasse, ma gli esperti ipotizzano anche che si trattasse di Menelao che sorregge il corpo morente di Patroclo.
Pare che la statua si trovasse originariamente al Circus Agonalis, oggi Piazza Navona. Dopo la sua scoperta, fu spostata al suo luogo corrente, Piazza di Pasquino.
La rivalità tra il Bernini e il Borromini
La storia dell’arte è piena di competizione ed antagonismi tra grandi artisti, come tra Michelangelo e Leonardo, o tra Bernini e Borromini, combattuta a colpi di ingegno nel magnifico scenario di Roma.
Gianlorenzo Bernini e Francesco Borromini, entrambi vissuti in pieno XVII secolo, provavano una forte rivalità, e ciascuno invidava le opere dell’altro. Il loro scopo era di superarsi costantemente con progetti ogni volta più magnifici. Così facendo regalarono a Roma alcune delle opere più rappresentative del barocco italiano.
Il Bernini era nato a Napoli, ma trascorse a Roma quasi tutta la vita, fu un incredibile architetto e pittore, sebbene sia noto soprattutto per il suo genio nella scultura. Secondo molti storici fu il vero fondatore della scultura barocca.
Il secondo introdusse il linguaggio figurativo nello stile barocco. La sua arte era fatta di linee sinuose e di contrasti. Solitario e chiuso, entrò presto in conflitto con il Bernini, estroverso e ben introdotto nella corte papale, facendo nascere una competizione serrata per le commissioni dei lavori più importanti di Roma.
Attacchi Personali
Si raccontano molte storie sulle battaglie artistiche tra i due, ma quella di Piazza Navona potrebbe essere la più famosa. Pare che il Borromini fosse stato commissionato per costruire la Fontana dei Quattro Fiumi, ma che il Bernini gli avesse poi rubato l’incarico attraverso le sue conoscenze nei cerchi di potere.
Si narra che due statue della fontana rivolgerebbero, secondo la tradizione popolare, uno sbeffeggio all’opera di Borromini: il Rio della Plata solleva un braccio per ripararsi dal crollo dell’edificio, mentre il Nilo si copre la testa con un velo per non guardare la bruttezza della chiesa. Tuttavia, la fontana venne fu costruita prima della chiesa, quindi la storia non può essere vera.
Cio che invece potrebbe essere vero è che Borromini volesse esprimere il proprio disprezzo nei confronti della fontana del Bernini. Dopo tutto, la statua di Sant’Agnese che si trova sulla facciata, volge chiaramente lo sguardo altrove rispetto alla fontana che già si trovava lì al tempo. Questo non è però l’unico aneddoto sulla rivalità tra gli artisti.
Pare infatti che la commissione della costruzione di palazzo di Propaganda Fide, in piazza Mignanelli, venne tolta a Bernini in favore del rivale. Borromini fece dunque scolpire due orecchie d’asino nell’angolo vicino alla casa di Gian Lorenzo.
A sua volta il Bernini costruì un enorme membro maschile che puntava verso il cantiere del Borromini. Solo l’intervento delle autorità costrinse i due a rimuovere le reciproche provocazioni.