Livelli
Livelli
Come accennato nella sezione storica di questo articolo, il museo è composto da diverse opere e costruzioni che sono state aggiunte e modificate nel tempo e che contribuiscono alla sua maestosità.
Ricordando che il Castello è strutturato per livelli, e ognuno di essi contiene sale, opere e monumenti. Vediamo le più importanti per la visita.
Livello 1
Questo livello ospita: il Cortile del Salvatore, l’Ambulacro di Bonifacio IX, la Cappella dei Condannati, il Cortile delle Fucilazioni, Dromos e Atrium e la Rampa elicoidale, che corre tutta l’altezza dell’edificio.
Il Cortile del Salvatore
Entrando, la prima cosa che vediamo è un piccolo cortile, appunto il Cortile del Salvatore, che deve il suo nome ad un busto di Cristo in marmo risalente al XV secolo. Tra le mura della base quadrata e la base del cilindro corre un corridoio circolare, chiamato Ambulacro di Bonifacio IX.
Ambulacro di Bonifacio IX
Varcato il portone d’ingresso, ci si trova in un corridoio anulare che fu ricavato alla fine del XIV per adattare la struttura alle nuove esigenze difensive. I lavori, promossi da papa Bonifacio IX Tomacelli riportarono alla luce i muri di epoca romana che delimitavano le celle radiali poste originariamente a basamento del mausoleo. Lungo il percorso ad anello si possono osservare alcuni frammenti di statue e di elementi architettonici.
La Cappella dei Condannati
La cappella si affaccia sul cortile delle Fucilazioni. Posta al piano terra, era in origine un portico destinato a magazzino di polveri, più volte modificato nel corso dei secoli, fu quindi trasformato in cappella intorno alla metà del Settecento. Il nome è moderno e si riferisce alla presenza di detenuti in Castel Sant’Angelo, documentata nel corso dei secoli. Questo ambiente attualmente non è visitabile.
Il Cortile delle fucilazioni
Si tratta di un grande spiazzo in cui avvenivano le esecuzioni dei condannati che non volevano essere rese pubbliche. Oggi è famoso come Cortile dell’Angelo da quando al suo interno è stata collocata la statua dell’Arcangelo Michele.
Dromos e Atrium
L’ingresso delle processioni funebri al sepolcro imperiale avveniva tramite un alto corridoio, il Dromos, lungo 12 metri e posto in asse con il Ponte Sant’Angelo. Il corridoio conduce ad una cella quadrata, l*‘Atrium*, in fondo alla quale risiede una grande nicchia che ospitava anticamente una imponente statua dell’imperatore Adriano della quale rimane solo la testa, oggi conservata nella Sala Rotonda dei Musei Vaticani.
Rampa elicoidale
Si tratta di una rampa a spirale che parte dall’Atrium e gira internamente al Mausoleo salendo per un dislivello in altezza di 12 metri, in origine raggiungeva direttamente la cella sepolcrale, la cosiddetta Sala delle Urne, che vedremo in seguito in questo articolo. Concepita per essere percorsa dal corteo funebre che doveva accompagnare l’imperatore nel suo ultimo viaggio, significativamente non presenta aperture all’esterno se non verso l’alto.
Livello 2
Questo livello ospita: la Cordonata di Paolo III, la Marcia ronda, il Bastione San Matteo, il Bastione San Marco, il Passetto di Borgo, il Bastione San Luca, il Bastione San Giovanni, la Rampa diametrale, la Sala delle Urne e l’Armeria di Clemente X.
La Cordonata di Paolo III
In prossimità del portone d’ingresso fu costruita nel 1545 una rampa, in sostituzione di una gradinata più antica. Ai piedi della scala è posta una palla marmorea sorretta da un pilastro. In origine vi erano impresse tre grandi iniziali intrecciate al monogramma: C.T.P., ovvero Crispo Tiberio Prefetto, castellano durante il pontificato di Paolo III. Lungo la rampa, entro due nicchie, è visibile il busto che ritrae l’imperatore Adriano.
Marcia Ronda
Il camminamento detto Marcia Ronda è collocato alla sommità delle mura esterne, perimetro dell’antico basamento del Mausoleo di Adriano. Utilizzato come percorso di guardia dalle sentinelle di Castel Sant’Angelo, la marcia ronda collega tra loro i quattro bastioni, intitolati ai quattro evangelisti, posti agli angoli della cinta muraria.
I quattro Bastioni
La costruzione dei quattro bastioni (di San Matteo, San Marco, San Luca e San Giovanni), collocati a ciascun angolo dell’antico basamento del Mausoleo di Adriano, venne avviata dal Papa Niccolò V tra il 1447 ed il 1455 per adeguare l’aspetto difensivo del Castello all’introduzione delle armi da fuoco. Il bastione San Matteo fu però edificato ex-novo un cinquantennio più tardi e potenziato nel 1625 da Urbano VIII Barberini.
Passetto di Borgo
Il Passetto di Borgo è un percorso protetto costruito per garantire la sicurezza del papa durante i trasferimenti dalla residenza vaticana alla fortezza di Castel Sant’Angelo. Fu utilizzato anche da Clemente VII Medici per rifugiarsi nel Castello durante il Sacco di Roma (1527). Accessibile da un piccolo ingresso posto in corrispondenza del Bastione San Marco, il Passetto si sviluppa per una lunghezza di circa m 800.
Rampa diametrale
Il passaggio, creduto per lungo tempo una creazione dell’epoca di Alessandro VI Borgia (1492-1503), è in realtà un’ingegnosa opera dell’architetto Niccolò Lamberti per Bonifacio IX Tomacelli (1389-1404). La rampa assume poi le sembianze di una scala cinquecentesca, che sale fino ad un rialzo dove gira di novanta gradi a sinistra, prima di sfociare più in alto, all’aperto, al piano dei cortili.
Sala delle Urne
La sala, attraversata dalla rampa citata nel paragrafo precedente, è il fulcro del sepolcro romano, il luogo più sacro della parte inferiore del mausoleo: qui furono custodite le spoglie della famiglia imperiale fino al tempo di Caracalla.
Sulla parete sinistra della sala è presente una lapide marmorea, recante una particolare iscrizione in latino. Si tratta delle parole che l’imperatore Adriano avrebbe dedicato alla sua stessa anima: “Piccola anima smarrita e soave, compagna ed ospite del corpo, ora ti appresti a scendere in luoghi incolori, ardui e spogli, ove non avrai più gli svaghi consueti”.
Armeria di Clemente X
L’edificio è addossato al Bastione San Luca, all’angolo nord-est del castello. Nel 1670 fu adattato per ospitare le nuove carceri al piano intermedio, mentre al livello superiore, lo stesso della piazzaforte del Bastione, mantenne probabilmente la funzione di armeria. Il portico del pianterreno, deposito di polveri, sarebbe successivamente stato trasformato in luogo di culto, noto come Cappella dei Condannati, citata in precedenza.
Livello 3
Questo livello ospita: le Prigioni storiche e le Oliare.
Le Prigioni storiche
Accessibili dal Cortile di Alessandro VI, le cosiddette Prigioni Storiche rappresentano una serie di ambienti sotterranei, la cui costruzione, o ampliamento, si deve molto probabilmente ad Alessandro VI Borgia. Dalla scala di accesso principale si accede a un grande ambiente rettangolare detto Parlatoio. Segue uno stretto e scuro corridoio anulare lungo il quale sono disposte le basse porte d’ingresso di tre celle.
Le Oliare
Adiacente agli ambienti delle Prigioni Storiche sono numerose nicchie che si estendono lungo il tracciato della struttura. In un tratto del percorso si aprono due ampi locali: in essi sono contenute, inglobate in muri di cemento, 83 giare in terracotta, probabilmente di epoca medioevale, utilizzate originariamente per la conservazione dell’olio. Si tratta di una riserva essenziale per l’illuminazione degli ambienti, per l’uso alimentare o militare in caso di assedio.
Livello 4
Questo livello ospita: il Cortile dell’Angelo, le Armerie, le Sale di Clemente VIII, la Sala della Giustizia, la Sala di Apollo, la Cappella di Leone X, le Sale di Clemente VII, il Cortiletto di Leone X, il Bagnetto di Clemente VII, il Cortile di Alessandro VI e le Salette di Alessandro VI.
Il Cortile dell’Angelo
Pensato come spazio di rappresentanza e di accesso agli appartamenti papali posti al piano alto del Castello, il Cortile d’Onore prese forma compiuta nella prima metà del XVI secolo, tra il 1513 e il 1549. A pianta rettangolare, sviluppato in direzione nord-sud, è delimitato su di un lato dall’edificio delle Armerie e sull’altro dalle sale della residenza pontificia. Al centro del cortile è situata la statua di San Michele Arcangelo a cui il Castello fu dedicato dopo la sua leggendaria apparizione, come accennato prima.
Le Armerie
Sul lato ovest del Cortile dell’Angelo vi è un basso edificio oggi noto come Armeria. La costruzione si sviluppa su due livelli: alla quota del cortile l’Armeria Inferiore, al livello del Giretto di Alessandro VII, l’Armeria Superiore. Il nome, moderno, è legato al riconoscimento della sua funzione a servizio delle guarnigioni a cui era affidata la custodia della parte alta del castello.
Le Sale di Clemente VIII
Se la Sala di Apollo svolgeva funzioni ufficiali di rappresentanza, queste due sale, che riportano il nome dal papa che ne commissionò la decorazione, costituiscono le camere riservate dai pontefici ad uso privato. Di papa Clemente VII Medici (1523-1534) resta oggi l’iscrizione al centro dei bei soffitti, retti da putti dipinti nel fregio della prima stanza. Da notare, nella prima camera, la porta che conduce al Cortiletto di Leone X, piccolo spazio riservato, mentre nella seconda, la porta che consentiva l’accesso diretto al Bagnetto di Clemente VII.
La sala della Giustizia
In questo luogo si sono sostenuti numerosi processi conclusi spesso con inappellabili sentenze di morte. Sono stati condannati in questa sala, tra gli altri, i due umanisti Pomponio Leto e Platina, la sfortunata Beatrice Cenci e il filosofo Giordano Bruno. Non si esclude che possa essere stata utilizzata anche come cappella. Il grande angelo affrescato sulla parete di fondo, opera di Domenico Zaga, modificato in epoche successive, potrebbe rappresentare l’Arcangelo Michele con gli attributi suoi propri della giustizia.
La sala di Apollo
La Sala di Apollo fa parte dell’incredibile appartamento principesco che papa Paolo III fece costruire a partire dal 1534. Il nome di questa sala è dovuto al ciclo di affreschi della volta che rappresentano episodi del mito di Apollo. Il pavimento presenta molteplici aperture di cui una in particolare, è profonda 9 metri e potrebbe essere stata una botola-trabocchetto per liberarsi velocemente dagli ospiti non graditi.
La Cappella e il Cortiletto di Leone X
Delle svariate cappelle documentate all’interno del Castello, resta oggi solo questa, commissionata da Leone X Medici (1513-1521) e consacrata ai Santi Cosma e Damiano, patroni di casa Medici. Vi sono diversi elementi che richiamano il nome del papa, come il tappeto centrale con al al centro la figura stilizzata di un leone. Vi è inoltre un altare, realizzato agli inizi del XX secolo per arredare la cappella, con un bassorilievo con Madonna in trono con Bambino di Raffaello da Montelupo.
Esiste inoltre un piccolo cortile, costruito intorno al 1514 sotto il papa in questione, che è anche detto “del forno”, perché qui si accendeva il fuoco per scaldare l’acqua del sovrastante Bagnetto di Clemente VII, come testimoniato dall’apertura tutt’ora visibile sul muro.
Le Sale e il Bagnetto di Clemente VII
Dal Cortile dell’Angelo si accede a due aree comunicanti, totalmente spoglie. La conformazione delle due Sale, dette di Clemente VIII, ha subito, nel corso del tempo, varie trasformazioni. Durante questi ultimi interventi vi sono stati collocati diversi elementi architettonici provenienti da parti abbattute o modificate, come dei putti che reggono lo stemma di papa Altieri tra trofei di armi.
Il Bagnetto dispone di un vano rettangolare dotato di vasca che fu usato come stanza da bagno per l’appartamento papale. Era fornito di un sofisticato impianto di riscaldamento realizzato ad imitazione delle terme romane, collegato ad un forno che si affacciava sull’adiacente Cortile di Leone X. Adornato con decorazioni quali sfingi, delfini e fantasiosi animali marini, trovano posto simboli araldici e scene mitologiche a tema acquatico.
Il Cortile e le Salette di Alessandro VI
Il Cortile di Alessandro VI, anche noto come del teatro per le rappresentazioni che, probabilmente, al tempo di Leone X Medici (1513-1521), si tenevano per il papa e la sua corte, è caratterizzato da uno spazio semicircolare derivato dalla forma del cilindro adrianeo. L’edificio, che chiude lo spazio del cortile verso Sud, si articola su due livelli. Al piano di calpestio sono numerose porte che danno accesso a piccole sale comunicanti. Al di sopra si notano una fila di finestrelle quadrate ed alcuni graffiti, molto rovinati, raffiguranti divinità.
Le Salette riguardano una serie di piccoli ambienti disposti ad emiciclo che si affacciano sul cortile di Alessandro VI e che era originariamente adibita al servizio delle sottostanti carceri. Oggi ospita l’esposizione permanente Immagini di Castello, una selezione di dipinti, disegni e stampe di collezione del Museo che intende illustrare l’evoluzione del monumento nel corso dei secoli.
Livello 5
Questo livello ospita: la Loggia di Giulio II, il Giretto e salette di Pio IV, la Loggia di Paolo III, il Giretto di Alessandro VII, la Sala Paolina, la Sala del Perseo, la Sala di Amore e Psiche e l’Armeria.
La Loggia di Giulio II e la Loggia di Paolo III
La loggia che si affaccia sul Tevere, offrendo uno dei panorami più suggestivi di Roma, e che costituisce l’accesso ufficiale alla Sala Paolina, è un ambiente impreziosito da affreschi e affiancato da due ali laterali. La struttura è composta dal parapetto in marmo bianco, da una coppia di colonne libere e da due semicolonne addossate agli stipiti. Il motivo araldico del papa è ripreso nei capitelli delle colonne. I quattro motti latini, inseriti sulla volta in cartigli dipinti, alludono alla funzione di questo vano porticato, concepito da Giulio II come una “loggia delle benedizioni”.
La loggia di Paolo III, invece, si apre a Nord, verso l’area Vaticana, Prati e Monte Mario, e costituiva l’ingresso agli appartamenti privati di Paolo III Farnese (1534-1549). Terminata nel 1543, è definita da cinque arcate sorrette da pilastri, un fregio a rilievo con gigli, stemma della famiglia Farnese, cui il papa apparteneva e decorata con pennacchi ospitanti episodi della vita dell’imperatore Adriano.
Il Giretto e le Salette di Pio IV
Costruito durante il pontificato di Pio IV Medici (1559-1565) il Giretto coperto è un corridoio anulare che si affaccia verso l’esterno mediante arcate in muratura. Una serie di piccole porte, sui quali architravi marmorei è riportato il nome del Pontefice Pius IIII Pont. Max., consentono l’accesso al secondo livello del fabbricato costruito a chiusura del sottostante Cortile di Alessandro VI. All’interno vi sono numerose salette comunicanti che vennero in origine utilizzate a servizio dell’artiglieria e successivamente furono trasformate in carceri di non eccessivo rigore, per prigionieri di particolare riguardo.
Il Giretto di Alessandro VII
Il Giretto di Alessandro VII, o Giretto scoperto, è un tratto di corridoio anulare delimitato dalle logge di Giulio II e di Paolo III, accessibile mediante le due rampe che salgono dal Cortile dell’Angelo. Fu realizzato intorno al 1657 da Alessandro VII Chigi, in corrispondenza dell’emiciclo occidentale del castello ed in analogia con il Giretto coperto. Lungo il percorso si aprono, esternamente, numerosi affacci verso ovest e la Basilica di San Pietro.
La Sala Paolina
La Sala Paolina è di sicuro uno dei luoghi più importanti degli appartamenti farnesiani e dell’intero Castello, nonché il salone di rappresentanza della residenza di Paolo III Farnese (1534-1549). Deputata all’accoglienza di ambasciatori e visitatori illustri con il suo salone d’onore maestoso e imponente, costituisce uno dei patrimoni artistici principali del Cinquecento romano. La maggior parte del complesso decorativo si ispira ad Alessandro Magno e a San Paolo, indice dell’intenzione di Paolo III di celebrare attraverso l’omonimia con il suo nome di battesimo (Alessandro Farnese) e con quello scelto per il pontificato.
La Sala del Perseo
Questa camera costituì lo studio di Paolo III Farnese. È comunicante con la camera da letto (Sala di Amore e Psiche) e, per mezzo di una scala, con il sottostante Bagnetto di Clemente VII. Tra i vari elementi decorativi spicca la figura dipinta e a rilievo dell’Arcangelo Michele, che qui si sovrappone a quella di Perseo, eroe della mitologia greca. Il fregio affrescato si compone, infatti, di sei riquadri con le sue imprese, tratte dalle Metamorfosi di Ovidio.
La Sala di Amore e Psiche
Come accennato in precedenza, questo raccolto e prezioso ambiente, decorato da Perin del Vaga e aiuti tra il 1545 e il 1546, fu la camera da letto di Paolo III Farnese (1534-1549). A parte lo stemma farnesiano in evidenza, si può ammirare il fregio affrescato, incorniciato da tendaggi dipinti, che si sviluppa in nove riquadri con episodi della favola di Amore e Psiche (come approfondito nella sezione Curiosità di questo articolo*)*, tratta da L’Asino d’oro di Apuleio, a cui si aggiunge una decima scena raffigurata sopra la finestra.
L’Armeria
I quattro ambienti comunicanti che prendono il nome di Armeria Superiore espongono solo una ristretta selezione esemplificativa della collezione di armi, armature e cimeli militari appartenente al Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo, che conta complessivamente circa 6000 pezzi.
Livello 6
Questo livello ospita: Il Corridoio Pompeiano, la Sala della Biblioteca, la Sala dell’Adrianeo, la Sala dei Festoni, la Sala del Tesoro, la Cagliostra e l’Appartamento del Castellano.
Il Corridoio Pompeiano
Il passaggio che collega la Sala Paolina con la Sala della Biblioteca è noto col nome di corridoio Pompeiano per via della fitta decorazione a grottesche (tipo di decorazione pittorica che affonda le sue radici nella pittura romana di epoca augustea) che lo riveste interamente. Largo poco più di un metro e voltato a botte, fu ricavato nel XVI secolo da un ballatoio.
La Sala della Biblioteca
Il salone porta questo nome per la vicinanza al luogo più protetto della fortezza, destinato dalla metà del Quattrocento ad ospitare l’erario e l’Archivio Segreto Pontificio, la Sala del Tesoro. Fulcro dell’ala Nord dell’appartamento di Paolo III Farnese, la sala fu impreziosita nel 1544 da un sontuoso complesso decorativo. Sulla parete orientale, sopra il grande camino, si possono ammirare le due imponenti figure allegoriche della Chiesa e di Roma ai lati dello stemma papale.
La Sala del Adrianeo
La sala prese questo nome per volere di Mariano Borgatti, primo direttore del Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo, che ne rinvenne i dipinti murali sotto l’intonaco durante i restauri del 1902. Esso costituì, assieme all’adiacente Sala dei Festoni, uno dei primi ambienti portati a termine nel corso dei lavori promossi in Castel Sant’Angelo da Paolo III Farnese (1534- 1549).
La Sala dei Festoni
Il nome allude al movimento ondulatorio e continuo suggerito dai cortei dipinti di tritoni e nereidi danzanti, di figure femminili e maschili alternate a unicorni che si dispiegano, come una ghirlanda, sulla sommità delle pareti.
La Sala del Tesoro
La Sala del Tesoro, che prende il nome dalla sua funzione di sede dell’erario e di luogo per la conservazione di documenti ed oggetti preziosi, è una stanza circolare. Sovrapposta alla Sala della Giustizia, costituiva originariamente un’unica nicchia con la sovrastante Sala Rotonda. Alcuni studiosi la identificano con la vera cella sepolcrale dell’imperatore Adriano. Pare che il ‘tesoro’ fosse riposto nel grande forziere, tuttora al centro della sala, accessibile mediante l’apertura di ben sei serrature, i cui ingegni erano affidati a persone diverse.
La Cagliostra
Tradizionalmente noto come carcere del celebre avventuriero e alchimista Giuseppe Balsamo, Conte di Cagliostro, che fu qui imprigionato per stregoneria nel 1789, questo ambiente del Castello fu inizialmente costruito nel 1543 assieme alla sottostante Loggia di Paolo III.
Appartamento del Castellano
La struttura venne edificata per volere del castellano Zenobio Savelli (1730-1752). La carica di quest’ultimo rappresentava la massima autorità residente nel Castel Sant’Angelo: quella di responsabile militare del suo funzionamento. Egli fu infatti al vertice della complessa organizzazione difensiva dello Stato Pontificio. Con la costruzione dell’appartamento, edificato su due livelli, il prospetto esterno del Castello assunse l’aspetto odierno.
Livello 7
Questo livello ospita: la Sala Rotonda, la Sala delle Colonne, il Terrazzo dell’Angelo.
La Sala Rotonda
Questa abitazione, che deve il suo nome alla forma circolare, è sovrapposta alla Sala del Tesoro. L’ambiente si raggiunge salendo una stretta scala di età adrianea che parte dal piano della Sala della Biblioteca. Tradizionalmente nota come sede della prima cappella medievale dedicata all’arcangelo Michele nel castello (per questo possiamo vedere al centro l’originale supporto metallico della statua), successivamente fu destinata ad ospitare l’ampliamento dell’archivio segreto.
La Sala delle Colonne
L’abitazione, così chiamata per le quattro colonne che la decorano, insieme alle due attigue camerette (indicate come Sala degli stendardi della cavalleria e Sala dei labari dei reparti d’assalto) fu costruita sotto il pontificato di Benedetto XIV Lambertini (1740-1758) con l’obiettivo di contenere “l’Archivio Nuovo” (parte del materiale dell’archivio segreto). Il 4 luglio 1798, durante l’occupazione francese, i documenti furono frettolosamente trasferiti in Vaticano, loro sede attuale, utilizzando allo scopo il Passetto di Borgo.
Il Terrazzo dell’Angelo
È padroneggiata dalla statua bronzea dell’angelo fusa nel 1752 da Peter Anton van Verschaffelt. In alto a sinistra vi è la cosiddetta campana “dei condannati” e “della misericordia” il cui funereo rintocco proclamava le esecuzioni capitali.
Inoltre, il Terrazzo è stato a lungo scenario dei “fuochi d’allegrezza”, o “Girandole” (come le definì Michelangelo), note in tutta Europa fin dalla fine del XV secolo: i fuochi pirotecnici, ammirati ed immortalati da tanti artisti.