Piazza Venezzia - Roma
Piazza Venezia

Breve storia

Una delle piazze che più modifiche ha subito nel corso dei secoli, Piazza Venezia è andata continuamente ridefinendo se stessa ed il paesaggio circostante. Scopri come questa incredibile piazza ha acquisito la sua attuale sontuosità e simmetria, nonostante i numerosi rimaneggiamenti e la diversità delle opere che la compongono.

Rinascimento (1492 - 1789)

La piazza deve il suo nome al palazzo monumentale che il cardinale di Venezia, Pietro Barbo, poi eletto papa con il nome di Paolo II (1464-71), fece costruire per sé nel 1455, distruggendo le costruzioni che ospitavano i cardinali del titolo di S. Marco. Fino a quel momento, infatti, la Piazza era intitolata a quest’ultimo e detta “di San Marco”.

Il pontefice decise poi di collocare al centro della piazza una grande vasca di granito ritrovata alle Terme di Caracalla, e da allora il luogo acquisì il suo secondo nome: Piazza della Conca di San Marco.

Papa Paolo III della famiglia Farnese, invece, nel 1545 fece collocare la vasca di granito in piazza Farnese, dove era già situata un’altra simile. Nel 1560, il complesso fatto costruire da Pietro Barbo fu donato da papa Pio IV alla Repubblica di Venezia, che ne fece la sede della propria ambasciata, e per questo motivo da allora fu denominato Palazzo Venezia. La Piazza assunse quindi il suo nome attuale.

Piazza Venezia era il luogo dove si trovava il traguardo della celebre Corsa dei Barberi, cavalli senza fantino che, partendo da Piazza del Popolo, sfrecciavano su Via del Corso (che deve il suo nome proprio a questa corsa) e terminavano la gara in un punto detto della Ripresa dei Barberi, dove degli addetti li frenavano utilizzando lunghi lenzuoli.

Questa usanza rimase a lungo la principale attrazione del Carnevale romano, ed ebbe fine solo alla fine del XIX secolo, a causa dei numerosi incidenti che coinvolsero le persone accalcate lungo il tragitto.

Età contemporanea (1789 - attualità)

Dopo la parentesi napoleonica, dal 1814 al 1916, la Piazza divenne proprietà asburgica e ospitò la rappresentanza diplomatica austro-ungarica. Tornerà allo Stato italiano solo durante la Prima Guerra Mondiale.

L’aspetto attuale della piazza è il risultato delle operazioni di sventramento attuate tra il 1885 e il 1911 per realizzare il Monumento a Vittorio Emanuele II, noto come Vittoriano o Altare della Patria. A tale scopo si dovette distruggere un intero quartiere a ridosso del Campidoglio, e una serie di edifici: buona parte del convento dell’Aracoeli, la Torre di Paolo III e il Palazzo Torlonia; quest’ultimo sostituito dal Palazzo delle Assicurazioni Generali di Venezia, edificato tra il 1903 e il 1906.

Emerse alla fine l’attuale forma rettangolare sull’asse di Via del Corso, dominata a sud dall’Altare della Patria, e delimitata ad ovest dal Palazzo di Venezia e ad est dal Palazzo delle Assicurazioni Generali.

L’adiacente Piazza San Marco costituisce un’appendice di Piazza Venezia: infatti prima degli sventramenti operati per realizzare il Vittoriano, le due piazze costituivano un unico spazio urbano.

Piazza Venezia è stata probabilmente la piazza di Roma che più di ogni altra ha subito rimaneggiamenti e modifiche, causati prima dalla costruzione del Vittoriano e poi dalla realizzazione di Via dei Fori Imperiali e di Via del Teatro Macello, soprattutto durante il ventennio fascista.

All’inizio degli anni Trenta, tutta questa vasta zona fu sistemata, così come le entrate delle due nuove vie. Dopo l’ampliamento, la piazza divenne contigua a Piazza della Madonna di Loreto e a Piazza San Marco; si creò così un unico ambiente urbano, articolato nelle tre piazze.

L’architetto paesaggista Raffaele De Vico, in collaborazione con l’archeologo Corrado Ricci, intervenne su questi spazi a giardini, riuscendo a stabilire una simmetria rispetto al Vittoriano, nonostante la spiccata irregolarità degli spazi.

In particolare, furono quattro le zone verdi realizzate da De Vico: due in piano, di forma quadrangolare, davanti alle chiese di San Marco e della Madonna di Loreto, due a semicerchio, con gradoni di travertino e pini italici, nei pressi degli ingressi delle due nuove vie.

Il giardino pianeggiante di fronte alla chiesa della Madonna di Loreto è stato distrutto in seguito ai lavori per l’edificazione della linea C della metropolitana, suscitando aspre polemiche. Ora al posto del giardino troviamo una zona archeologica, con i resti dell’Athenaeum di Adriano.

Malgrado tali trasformazioni e dispersioni, la piazza ha mantenuto una vastità monumentale, e offre a chi proviene da Via del Corso una vista d’insieme imbattibile: uno degli scenari più maestosi del mondo, in cui la storia fa sentire la presenza di tanti secoli.

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Introduzione
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