Breve storia
Breve storia
Lo stadio di Domiziano fu costruito ai limiti sud-occidentali del quartiere di Campo Marzio, vicino alle Terme di Nerone e di Agrippa. Era il luogo dove i romani si dilettavano in eventi sportivi, agonistici e ludici. Lo stadio rimase in uso fino al IV secolo.
Periodo imperiale (27 a.C. - 476 d.C.)
Come accennato nell’introduzione, l’attuale Piazza Navona nasce dallo Stadio che fu fatto costruire da Domiziano forse già prima dell'86 d.C. Il suo scopo era quello di ospitare i giochi atletici greci da lui particolarmente apprezzati, ma che i Romani non amavano, considerandoli immorali.
La struttura presentava due ingressi principali che si aprivano al centro dei lati lunghi, mentre un altro era al centro del lato curvo. Esternamente la facciata era costituita da due ordini di arcate poggianti su pilastri di travertino con semicolonne ioniche nel primo ordine e corinzie nel secondo. L’opera, edificata in blocchi di travertino e mattoni rivestiti di stucco colorato, è l’unico esemplare di stato in muratura fino ad oggi noto a Roma.
I giochi sopra ricordati erano denominati “agones” ed il toponimo della piazza deriva proprio da questo termine, per corruzione: da “agone” divenne “in agone” (ovvero nei giochi), poi “innagone”, “navone” e quindi, infine, “Navona”.
Lo stadio era riccamente decorato con alcune statue, una delle quali è quella di Pasquino, forse una copia di un gruppo ellenistico che si pensa rappresenti Menelao che sorregge il corpo di Patroclo, ora nell’omonima piazza di fianco a Piazza Navona.
Poiché si trattava di uno stadio e non di un circo, non vi erano carceres (i cancelli da cui uscivano i cavalli da corsa) né spina (il muro divisorio intorno a cui correvano i cavalli) come ad esempio nel Circo Massimo. Lo spazio era invece libero ed utilizzato interamente per le gare degli atleti. L’obelisco, che ora è situato al centro della piazza non si trovava lì, ma proviene dal circo di Massenzio, ancora oggi situato sulla via Appia.
Epoca medievale (476 - 1492)
A partire dal Medioevo, iniziarono a sorgere una serie di piccole case abitative, lì dove un tempo vi erano gli spalti dello stadio, mentre al posto della pista centrale, dove si svolgevano le gare vere e proprie, venne lasciato uno spazio libero adibito sin da subito a luogo di scambio.
Le arcate dello stadio, all’interno delle quali sorsero botteghe e locande, erano spesso frequentate da personaggi poco raccomandabili, oltre ad essere molto comuni in questa zona i postriboli, nelle camere sotterranee.
Intorno all’anno 1000, lo stadio era ancora interamente chiuso, con una sola via che correva lungo le attuali via del Pasquino e dei Canestrari. La piazza si presentava invece divisa in piccolo orticelli con qualche casupola e la piccola, primitiva, chiesa di Sant’agnese in Agone, costruita tra il 1652 e il 1672.
Il Circus Agonalis, restaurato da Alessandro Severo nel III secolo, in seguito ad un incendio avvenuto all’epoca dell’imperatore Marco Opellio Macrino, fu chiamato per un certo periodo Circus Alessandri (Circo di Alessandro) per onorare l’operato di quest’ultimo.
La Piazza era, all’epoca, adiacente al percorso seguito dai Papi che attraversavano Roma per raggiungere San Pietro, la chiesa più importante e famosa del mondo conosciuto fino ad allora, dalla loro residenza di San Giovanni in Laterano.
Le gradinate originarie dello stadio, in pietra, restarono in uso fino al quindicesimo secolo, quando i romani, appassionati di sport, accorrevano ad assistere a tornei tra cavalieri riccamente bardati.
Rinascimento (1492 - 1789)
Nella seconda metà del XV secolo, venne definitivamente trasferito nella Piazza il mercato che da parecchi anni si teneva sulla piazza del Campidoglio, rendendo così il luogo un punto fisso di vendita di ortaggi, carni, e prodotti vari. Essa divenne anche il luogo delle feste e delle processioni, tanto che fu regolarizzata nel 1485.
Nel secolo successivo, gli Spagnoli introdussero, nel 1579, la tradizione della processione del mattino di Pasqua con lo sparo dei mortaretti. Qui si rinnovarono quelle feste carnevalesche del Maggio romanesco che avevano già reso famosi altri luoghi della città.
Fondamentali furono i miglioramenti e l’ornamento della piazza, impresa di Gregorio XIII Boncompagni (1572-1585), che commissionò ben tre fontane, compreso un abbeveratoio, al servizio del mercato e degli animali da trasporto che vi affluivano.
Nel Seicento, la riforma Luterana causò lo sgretolamento dell’unione europea, da secoli saldato e costituito dalla comune religione cristiana. Roma, centro del Cattolicesimo, esigeva quindi una rinnovata immagine che rendesse esplicito ed immediato il suo ruolo.
Moreover, Pope Innocent X thought it was time for a beautiful monument at Piazza Navona. Thus, Bernini crafted the Fountain of the Four Rivers (1648 to 1651) with its giant obelisk in the center. Together with the Moor Fountain (1576) and the Neptune Fountain (1574), the three fountains evoked the idea of a spina as in the Circus Maximus.
Il Papa Innocenzo X pensò quindi fosse arrivato il momento di aggiungere magnifici monumenti a Piazza Navona. Il Bernini fu dunque commissionato la Fontana dei Quattro Fiumi (1648 fino al 1651), con il suo gigante obelisco al centro. Insieme a questa, la Fontana dei Mori (1576) e la Fontana di Nettuno 1574), suggerivano l’idea di una spina, come nel Circo Massimo.
In 1630, a palace was built on a series of houses then owned by the powerful Pamphili family. When the head of the family, Giovanni Battista Pamphili, was elected pope in 1644, the family felt that the Palace should be even larger and more prestigious. Architects Girolamo Rainaldi and Carlo Rainaldi were then appointed to expand the Palace of Pamphilj in Baroque style (1644-1650).
Nel 1630, un palazzo venne costruito su delle preesistenti case, allora di proprietà della potente famiglia Pamphilj. Quando il Papa Innocenzo X (anteriormente capofamiglia Giovanni Battista, Pamphilj) fu assunto al pontificato nel 1644, la famiglia decise che il palazzo dovesse essere ancora più prestigioso e grande. Gli architetti Carlo e Girolamo Rainaldi furuno commissionati l’espansione del Palazzo Pamphilj, in stile barocco (1644-1650). Decisero inoltre di trasformare la chiesa di Sant’Agnese in Agone nella loro cappella privata.
Altra costruzione importante da ricordare è quella apportata da Papa Pio VI, che fece costruire il Palazzo Braschi verso la fine del 1700, oggi sede del Museo di Roma. Il progetto venne inizialmente affidato a Cosimo Morelli.
Con la sua gioiosa esplosione di curve e con i capolavori che vantava, l’attraente Piazza Navona rappresentava una parte integrante della Roma barocca, in cui si avverte con forza l’attrazione delle cose terrene. Papa Innocenzo X l’aveva trasformata nel luogo di trionfo della propria famiglia e nel “focus” di quel periodo: durante il diciassettesimo e diciottesimo secolo, infatti, Piazza Navona diventò “Il salotto della città”, il centro effettivo e reale della vita civile romana.
Età contemporanea (1789 - attualità)
All’inizio del XX secolo, la piazza rischiò di essere danneggiata dai progetti di sfondamento del lato Sud per collegare direttamente l’area al quartiere Prati. Fu, poi, aperto Corso Rinascimento, mentre il lato Nord, abbattuto per ragioni statiche, fu ricostruito in falso stile barocco, e il lato su Via Zanardelli fu rifatto in stile Novecento dopo le esplorazioni archeologiche che recuperarono la antiche strutture dello Stadio.
I resti più cospicui del Circus Agonalis, però, vennero alla luce nel 1936 durante la demolizione e la ricostruzione di alcuni edifici, quando cominciò ad affiorare la struttura muraria. Dopo lo scavo completo di tutta l’area, i resti dello stadio furono inglobati nel Palazzo dell’INA. Gli edifici costruiti sui resti della cavea hanno conservato e tramandano la pianta di questo antico monumento, lasciando libera da costruzione tutta l’area della pista, trasformata in piazza monumentale.
Dopo essere stata un’arena per quasi duemila anni, Piazza Navona è attualmente un’isola pedonale affollata: ad ogni ora del giorno e della sera si possono vedere persone che passeggiano o svolgono in tranquillità diverse attività. Inoltre, nel periodo natalizio, Piazza Navona si trasforma, magicamente, in un chiassoso, affollato e festivo mercato, le cui bancarelle offrono di tutto: dai dolciumi al tiro a segno, a tutto il necessario per la preparazione del Presepio.
Praticamente si commemorano, si svolgono e si ricordano tutte quelle attività che si svolsero dal sedicesimo al ventesimo secolo. Al giorno d’oggi la Piazza agisce ancora come un magnete che, molto di più di qualunque altro spazio nella città di Roma, attira i cattolici, i non cattolici, i turisti, i visitatori e gli artisti da tutte le parti del mondo, qualunque sia la loro religione, affiliazione o stile. E questo fu esattamente lo scopo che gli artefici di questo gioiello si proposero di ottenere nel periodo barocco con la progettazione di tanti meravigliosi, insostituibili e preziosissimi capolavori.