Curiosità
Curiosità
In questa sezione si possono trovare alcune curiosità e storie legate alla chiesa di San Nicolás e ai suoi patroni. Ad esempio, si possono leggere alcuni aneddoti sul restauro degli affreschi che impreziosiscono il soffitto della chiesa o conoscere alcune storie (piuttosto truci) su San Nicola e San Pietro.
Il restauro
Nel 2013 è stato restaurato il più grande affresco della Spagna, con un intervento architettonico, ornamentale e pittorico durato tre anni e che ha coinvolto centinaia di artisti.
Quest’opera d’arte barocca, progettata da Antonio Palomino ed eseguita dal suo discepolo Dionís Vidal nel 1700, si estende per circa 2.000 metri quadrati sui soffitti della chiesa di San Nicola. Per riportarlo al suo splendore originale, è stata costituita un’équipe multidisciplinare dell’Università Politecnica di Valencia.
Il team ha trattato non solo gli affreschi, ma anche le cappelle, le facciate e le vetrate presenti nella chiesa. Per il restauro di quella che è stata definita la Cappella Sistina di Spagna, è stata mobilitata una forza lavoro senza precedenti.
Gli artisti hanno impiegato più di 41.000 ore di lavoro, 6.000 fogli di carta giapponese, 10.000 litri di acqua distillata, 500 pennelli e 100 kg di cotone idrofilo.
Nel progetto sono state utilizzate numerose tecniche avanzate. Per ristabilire i colori e il contrasto dei dipinti, ad esempio, sono stati utilizzati raggi e batteri addestrati in laboratorio.
In loco, i batteri hanno intaccato alcuni materiali specifici senza danneggiare la pittura. Grazie a questo eccellente lavoro possiamo ora godere della spettacolare vista all’interno della chiesa di San Nicola.
I molti nomi di San Nicola
Sebbene la chiesa mantenga ufficialmente il titolo di San Nicola di Bari e San Pietro Martire (San Nicolás de Bari y San Pedro Mártir, in spagnolo), è popolarmente conosciuta semplicemente come chiesa di San Nicola.
San Nicola stesso è conosciuto come San Nicola di Myra (il luogo della sua morte e dove esercitò il suo ufficio, in Turchia) o come San Nicola di Bari (il luogo dove le sue spoglie furono trasferite dopo la sua morte).
Quest’ultimo è il nome usato soprattutto in Occidente. A causa dei numerosi miracoli a lui attribuiti, è anche conosciuto come Nicola il Taumaturgo.
In vita era stato vescovo. Dopo la sua morte, avvenuta nel 345, divenne notoriamente l’ispirazione per Babbo Natale, in inglese Santa Claus. Il cambio di nome deriva da un cambiamento linguistico: dal tedesco Sankt Niklaus e poi dall’olandese Sinterklaas è derivato l’inglese Santa Claus.
San Nicola e la carne dei bambini
Si racconta una storia macabra su uno dei tanti miracoli che San Nicola avrebbe compiuto.
Sebbene la storia sia apocrifa (non accettata dal canone cristiano romano), vi si fa riferimento su uno degli archi esterni della chiesa e sugli affreschi interni.
Secondo la storia, San Nicola era in viaggio e si fermò in una taverna per cenare. L’oste (un precursore di Sweeney Todd, potremmo pensare) gli servì un piatto di carne. Quando il Santo andò a benedire il piatto si rese conto che la carne che gli era stata servita era carne umana.
Nelle cantine del taverniere furono allora trovati i resti di tre adolescenti. Si aggiunge che i tre risuscitarono miracolosamente al comando del Santo. Per questo motivo, a volte si può trovare San Nicola raffigurato con un calderone da cui escono i tre bambini risorti.
Il coltello di San Pietro
Il meno conosciuto dei due santi patroni della Chiesa è San Pietro Martire, noto anche come San Pietro da Verona. Nato e morto nell’Italia settentrionale, era un frate e sacerdote domenicano, da non confondere con San Pietro Apostolo.
San Pietro Martire fu assassinato da una congiura eretica nel 1252 con un colpo di coltello (o di ascia, a seconda della versione che si legge) alla testa.
Si racconta poi che Pietro si alzò in ginocchio e recitò il primo articolo del Credo degli Apostoli (una dichiarazione di fede). Si dice che abbia poi intinto le dita nel proprio sangue e abbia scritto per terra Credo in Deum (le prime parole del Credo degli Apostoli, che significa Credo in Dio). Con un gusto un po’ macabro, viene spesso raffigurato il santo con un coltello conficcato nella testa.